JACK RIFLESSO (80x120)


Mi addormento immaginando una cicciona che fa il salto alla corda.
Mi sveglio quasi sempre tra le tre e un quarto e le tre e mezza.
Cerco di riaddormentarmi immaginando la corda che strizza lentamente la cicciona.
Da quando mi sono messo a dieta non riesco ad accettare l’idea che la mia scrivania sia in disordine.
Quando nei passanti riconosco la bocca di mio padre non è una bella sensazione: sono falliti, ubriachi, tumorati, debitori, morti di fame, allibratori o scansafatiche.
Mi consigliano di rivedere il mare, rispondo non credo ma penso prima o poi.
Ho scritto la mia storia sul mio viso ma nessuno l’ha mai voluta leggere.
Ora che l’ho tatuata sul cuore non fanno altro che voler sapere come andrà a finire.
Mi sforzo di trovare un’emozione non contaminata dai ricordi e vado a caccia della polvere per vedere quante settimane siano passate dal suo addio.
Aspetto la sera per dipingere il sole e mi metto gli occhiali per pensarmi daltonico.
La mia vita è il mio riflesso sulla finestra di fronte.



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